Riello Investimenti Partners sgr, la società di gestione di fondi alternativi dell’omonima famiglia di imprenditori e sinora attiva nel private equity e nel private debt, entra nel mercato del venture capital e lancia il suo primo fondo, battezzato Linfa Ventures, che sarà focalizzato sull’innovazione della filiera agro-alimentare.
Il fondo, che ha un obiettivo di raccolta di 80 milioni di euro, prevede di annunciare un primo closing a 40 milioni dopo l’estate, forte di manifestazioni di interesse concrete da parte di una serie di investitori istituzionali e di aziende industriali italiani e di alcuni investitori esteri, tutti interessati a investire in questa specifica asset class soprattutto in Italia, dove il settore alimentare è uno dei principali driver dell’economia. Ma non in via esclusiva, perché il fondo prevede sì un’allocazione dell’80% all’Italia, ma anche la possibilità di investire il resto, in coinvestimento con altri investitori, in altri paesi europei, negli Usa e in Israele.
Secondo un’indagine condotta da Riello sgr, nel mondo esiste circa una ventina di fondi di venture capital specializzati in Food & Agro con un asset in gestione compresi tra i 70 e i 90 milioni di euro, ma nessuno di questi ha lo stesso posizionamento di Lifa Ventures e cioè la focalizzazione sull’Italia e sul late stage e pmi innovative.
Linfa Venture non investirà infatti in società appena nate, bensì per un 40% in società già avviate, late stage, che quindi hanno superato le prime fasi di vita e si trovano in rapida espansione ma non ancora a break even, e per un 60% in pmi con modelli di business consolidati che richiedono capitali e supporto strategico per una accelerazione nella crescita con prodotti innovativi.
Il fondo sarà PIR Alternativo compliant e offrirà ai suoi investitori la possibilità di accedere ai benefici fiscali previsti dalla normativa per gli investimenti in pmi innovative. Il fondo rispetterà inoltre i criteri ESG.
Il fondo nasce come una partnership tra l’sgr e i due founder e venture partner Marco Gaiani e Michele Costabile. Gaiani, oltre a essere stato manager di note società del settore consumer, è un noto startupper e investitore in startup. In particolare ha cofondato nel 2018 Seeds&Chips, il primo evento globale dedicato al FoodTech nato sulla scia di Expo, che ha ospitato nel 2018 l’ex presidente Usa Barack Obama a Milano, e da cui ha poi disinvestito nel 2019. Gaiani è stato anche cofounder di Viveat, start up di tracciabilità e blockchain, da cui ha disinvestito nel 2018. Ed è infine investitore ed advisor di Bemyeye e Livegreen(alternative proteins). Quanto a Costabile, è ex presidente e ceo di Principia sgr, fondatore del Fondo Progress Tech Transfer e cofondatore di Luiss Alumni 4 Growth, l’ Investment Club dei laureati Luiss).
Nicola Riello, presidente di Riello Investimenti Partners sgr, ha commentato: “La sgr è nata alla fine degli anni ’90 come gestore di private equity, ma abbiamo ben presto capito, grazie alla nostra profonda conoscenza del tessuto imprenditoriale italiano, l’importanza di offrire competenze industriali anche attraverso gli investimenti in private debt. Oggi, con la decisione di aprirci al venture capital, ampliamo il nostro intervento a realtà più giovani, dinamiche e in forte crescita, con l’obiettivo di contribuire ulteriormente alla ripresa del Sistema Paese Italia e di offire ai nostri investitori sempre nuove opportunità di investimento di grande qualità”.
Gaiani, founder e fund manager di LINFA, ha aggiunto: “L’innovazione del sistema agroalimentare rappresenta in Italia una grande opportunità di investimento, ma anche di rigenerazione di uno dei pilastri del made in Italy. La pandemia ha portato una serie di cambiamenti strutturali nel comportamento dei consumatori che non scompariranno con la fine del Covid, basti pensare all’utilizzo delle piattaforme digitali o alla maggiore attenzione per l’origine e le filiere dei prodotti, o all’impatto del cibo sulla salute individuale. L’innovazione tecnologica in agricoltura e il foodtech sono la risposta a molte sfide: dal cambiamento climatico, alla riduzione del carbon footprint, alla diminuzione del consumo di proteine di origine animale”.
Quanto al focus sul late stage e sulle pmi innovative, Gaiani ha sottolineato che “non è detto che una startup debba nascere per iniziativa di due neolaureati in un garage. In Italia ci sono tante aziende tradizionali che, costruendo sull’esperienza consolidata in un settore in cui la famiglia di imprenditori opera da anni, decide di sviluppare una nuova attività o addirittura costituire una nuova società per far decollare quel progetto innovativo. E Riello sgr ben conosce queste realtà, visto che ha sua volta ha le sue radici nell’impresa di famiglia”.
Il background industriale Riello sgr costituisce infatti un importante vantaggio competitivo, perché consente di far leva su un consolidato network di relazioni con imprenditori, manager e advisor specializzati.
Riello Investimenti Partners sgr è tuttora in raccolta con il suo terzo fondo di private equity, Italian Strategy Private Equity III, che a oggi secondo quanto risulta a BeBeez ha raggiunto i 75 milioni di euro di impegni dopo aver effettuato il primo closing a 50 milioni di euro nel giugno 2019 su un target complessivo di 150 milioni (si veda altro articolo di BeBeez) e con il secondo fondo di private debt, Impresa Italia II, lanciato nel luglio 2020 a sua volta con un obiettivo di raccolta di 150 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).