Ha chiuso con un balzo del 6,36% a quota 17,55 euro ieri a Piazza Affari il titolo di Sicit, società attiva nel settore agrochimico e industriale ed eccellenza della green e circular economy, dopo l’annuncio arrivato a borsa c
hiusa mercoledì 5 maggio di una imminente opa concorrente a quella in preparazione da parte di NB Renaissance.
Syngenta Crop Protection, colosso svizzero dell’agroindustria che fa capo a ChemChina, affiancata dalla controllata Valagro, produttore abruzzese di biostimolanti, hanno infatti recapitato al Sicit una manifestazione di interesse e offerta non vincolante relativa all’intenzione di promuovere un’offerta pubblica d’acquisto totalitaria (si veda qui il comunicato stampa sull’offerta Syngenta).
Ricordiamo che il 16 aprile scorso NB Renaissance aveva a sua volta annunciato l’intenzione di lanciare un’opa su Sicit finalizzata al delisting a un prezzo di 16 euro per azione da cui andrà inoltre detratto qualsiasi dividendo eventualmente deliberato e corrisposto prima della data di pagamento del corrispettivo dell’opa (si veda altro articolo di BeBeez). Ora, invece, Syngenta si dice disposta a offrire 17,3 euro, prezzo che non sarebbe ridotto dallo stacco del dividendo di 0,55 euro per azione (si veda qui il comunicato dei risultati 2020 di Sicit). L’effetto dell’annuncio di Syngenta sul prezzo del titolo Sicit in borsa ieri ha quindi evidentemente spiazzato NB Renaissance, che ora dovrà probabilmente correre ai ripari.
L’offerta di Syngenta è subordinata all’approvazione da parte del cda di Syngenta, allo svolgimento di una due diligence confirmatoria, all’accesso al senior management della società e all’accesso agli impianti della stessa società. L’offerta include una proposta di partnership industriale rivolta agli stakeholder della società e in particolare all’azionista di maggioranza Intesa Holding, finanziaria che fa capo a 33 azionisti, per la maggioranza imprenditori conciari, che oggi controlla Sicit al 43,4%.
La presa di posizione di Intesa Holding, infatti, è cruciale, visto che si è impegnata ad aderire all’offerta di NB Renaissance e di renivestire nel veicolo che avrà lanciato l’opa, cioé lanciata Circular BidCo, interamente partecipato in via indiretta da NB Renaissance (attraverso Circular HoldCo spa, a sua volta controllata da Galileo Otto sarl). L’operazione, in quesrtione, è subordinata, tra l’altro, al raggiungimento da parte di Circular BidCo di una partecipazione complessiva di almeno il 95% del capitale di Sicit di cui al termine dell’operazione, Circular BidCo arriverà a possedere, nel migliore dei casi, il 100% e sarà, a sua volta, indirettamente partecipata da NB Renaissance e Intesa Holding in egual misura.
Per convincere Intesa Holding a passare dalla loro parte, Syngenta e Valagro chiedono a Intesa Holding di rimanere azionista di lungo termine della società, ritenendo l’alleanza un “elemento imprescindibile per il successo dell’operazione” e per questo si dichiarano pronti a offrire a Intesa Holding “un patto parasociale per condividere la governance”.
Fondata nel 1960 a Chiampo (Vicenza), Sicit trasforma i residui di lavorazione provenienti dalla concia delle pelli in idrolizzati proteici, utilizzati principalmente come biostimolanti per l’agricoltura e ritardanti per l’industria del gesso. Sicit ha chiuso il 2020 con ricavi per 63,2 milioni (+11,5% dal 2019); un utile rettificato di 14,6 milioni (+16%); un ebitda consolidato di 24,1 milioni (+14%); una disponibilità di cassa netta in discesa da 29,3 a 20,5 milioni.
Sicit si era quotata in Borsa sul segmento Aim Italia nel maggio 2019 al prezzo di 10 euro a seguito della business combination con la Spac SprintItaly (si veda altro articolo di BeBeez), per poi passare al segmento MTA nel giugno 2020. Ricordiamo che SprintItaly era stata promossa da Fineurop, Gerardo Braggiotti, Matteo Carlotti e Francesco Pintucci e nel luglio 2017 aveva raccolto 150 milioni di euro dagli investitori (si veda altro articolo di BeBeez). A Sicit in Borsa era stato attribuito un equity value di 160 milioni (corrispondente a un enterprise value di 7 volte l’ebitda del 2017, che era stato di 22,2 milioni). Al momento della business combination, gli azionisti di SprintItaly, con un investimento di 100 milioni, controllavano il 54% della combined entity mentre il resto faceva capo a Intesa Holding. Le restanti risorse raccolte da Sprintitaly in sede di collocamento, ossia altri 50 milioni, erano poi state distribuite agli azionisti di SprintItaly al netto dell’esborso per i recessi (12,5 milioni di euro). Il rimborso era stato quindi di 37,5 milioni (si veda altro articolo di BeBeez) pagato nella forma di un dividendo straordinario di 2,669 euro per azione ai soci della Spac che non hanno esercitato il recesso.
Quanto a Valagro, ricordiamo qui che l’azienda era partecipata al 30% dal fondo Usa Metalmark, che affiancava i due fondatori Ottorino La Rocca e Giuseppe Natale (si veda altro articolo di BeBeez). I tre investitori hanno ceduto l’intero capitale al gruppo Syngenta nell’ottobre 2020 (si veda qui il comunicato stampa).