Mentre NB Renaissance va avanti per la sua strada con il lancio il prossimo 14 giugno dell’opa su Sicit Group a 15,45 euro per azione, con l’accordo del socio di riferimento Intesa Holding (si veda altro articolo di BeBeez), prosegue la polemica dei soci di minoranza sulla mancata occasione rappresentata dall’interesse di Syngenta Crop Protection, colosso svizzero dell’agroindustria che fa capo a ChemChina, e della controllata Valagro, produttore abruzzese di biostimolanti, che invece avrebbero pagato 17,30 euro per azione, più il dividendo. Ieri intanto Sicit ha chiuso a 16,4 euro dai 16,5 euro di mercoledì 9 giugno.
Ieri in serata, infatti, la società ha pubblicato un corposo comunicato stampa contenente la presa di posizione del Consiglio di amministrazione della società quotata a Piazza Affari che trasforma i residui di lavorazione provenienti dalla concia delle pelli in idrolizzati proteici, utilizzati principalmente come biostimolanti per l’agricoltura e ritardanti per l’industria del gesso. Il Cda, sulla base della fairness opinion dell’esperto indipendente Nomura, considera congruo da un punto di vista finanziario il prezzo di 15,45 euro per azione, che è la stessa conclusione a cui perviene anche Lazard, esperto indipendente nominato dagli amministratori indipendenti.
L’offerta di 15,45 euro per azione incorpora un premio, rispetto alla media ponderata dei prezzi ufficiali antecedenti alla data di annuncio, del 17,9% a 6 mesi e del 25,8% a 12 mesi. Il corrispettivo esprime una valutazione implicita pari a 14 volte il rapporto tra valore della società (EV) e margine operativo lordo adjusted 2020 comunicato dalla società (Ebitda). Al momento dell’operazione che aveva portato Sicit Group in Borsa, approvata l’11 gennaio 2019, la valutazione di Sicit Group corrispondeva ad un multiplo implicito EV/Ebitda 2018 pari a circa 7 volte. Nel periodo tra la quotazione di Sicit e la data di annuncio dell’Opa il moltiplicatore medio EV/EBITDA, calcolato per gli ultimi quattro trimestri disponibili, è stato pari a 8,9 volte (si veda qui il comunicato stampa).
Tuttavia, il comunicato dedica parecchio spazio al fatto che i consiglieri Raymond Totah e Matteo Carlotti abbiano manifestato il proprio dissenso su una serie di punti. Totah e Carlotti rappresentano Promosprint Holding (che possiede l’8,46% di Sicit), il promotore della Spac SprintItaly con cui la società aveva condotto la business combination nel maggio 2019 per sbarcare su Aim Italia (si veda altro articolo di BeBeez), per poi passare al segmento MTA nel giugno 2020. Ricordiamo che lo scorso maggio i promotori della Spac Sprintitaly avevano già giudicato inadeguata l’offerta di NB Renaissance in un comunicato ad hoc (si veda altro articolo di BeBeez). Ora quella posizione viene ribadita, in particolare viene sottolineato che “il motivo per il quale la manifestazione di interesse Syngenta non ha avuto modo di convertirsi in un’offerta pubblica di acquisto è essenzialmente legato alla posizione di grave conflitto di interessi in cui versa in questa operazione Intesa Holding (…) Come noto, infatti, nel contesto dell’operazione promossa da BidCo, Intesa Holding (…) agisce come co-acquirente di Sicit, in concerto con NB, TopCo, HoldCo e l’offerente, a termini e condizioni che appaiono essere particolarmente convenienti per gli acquirenti (e, per converso, inevitabilmente poco convenienti invece per i destinatari dell’offerta). A questo riguardo è sufficiente ricordare quanto emerge dal Documento di Offerta, ove si evince che Intesa Holding, consegnando le proprie azioni all’offerente, incasserà circa ero 141.000.000, a fronte del cui parziale reinvestimento (di soli circa euro 115.000.000), grazie alla leva finanziaria, incrementerà la sua partecipazione in Sicit dall’attuale 41% circa al 50% (realizzando allo stesso tempo un ricavo netto di circa euro 26.000.000). Il tutto, nell’ambito di un’operazione all’esito della quale, come emerge dagli accordi che sono stati raggiunti tra i soggetti in concerto, Intesa Holding avrà inoltre un potere sostanziale di designare la maggioranza dei componenti dell’organo amministrativo di Sicit”.
D’altra parte, prosegue la nota, se l’opa non dovesse raggiungere l’obiettivo di adesioni previste, la società potrebbe procedere alla fusione tra il veicolo offerente, Circular Bidco, e Sicit. Nella nota si legge infatti che “qualora ad esito dell’offerta (ivi inclusa l’eventuale Riapertura dei Termini) non sia stato conseguito il delisting dell’emittente e l’offerente abbia rinunciato alla condizione sulla soglia, sulla base di quanto indicato nel Documento di Offerta, l’offerente, in linea con le motivazioni e gli obiettivi dell’offerta,si riserva di proporre ai competenti organi dell’emittente, dell’offerente, ovvero di HoldCo, di conseguire il delisting mediante la fusione”. Ricordiamo che l’opa su Sicit partirà lunedì 14 giugno e si concluderà, salvo proroghe, il prossimo 7 luglio.
(Articolo modificato venerdì 11 giugno 2021 alle ore 10.00. Si aggiungono dettagli sul prezzo e il comunicato stampa di CircularBidCo).