La paytech italiana Nexi, quotata a Piazza Affari e partecipata al 19,976% da Advent International, Bain Capital e Clessidra, ha annunciato ieri che intende collocare prestiti obbligazionari per un valore di 2,1 miliardi di euro con scadenze 2026 e 2029 (si veda qui il comunicato stampa e qui il cleansing statement)
I proventi delle obbligazioni, destinate a investitori istituzionali e che saranno quotate alla borsa di Lussemburgo, verranno impiegati anzitutto per rifinanziare l’indebitamento finanziario del gruppo danese Nets, a seguito della prevista fusione con Nexi annunciata il 15 novembre 2020 e che verrà condotta attraverso il veicolo Nets Topco 2 sarl (si veda altro articolo di BeBeez). Ricordiamo che al closing dell’acquisizione di Nets, era già previsto che quest’ultima avrebbe avuto un debito da rifinanziare pari a circa 1,5 miliardi di euro.
In secondo luogo, i proventi andranno a rifinanziare i debiti finanziari di Sia a seguito della prevista fusione con Nexi annunciata il 5 ottobre 2020 (si veda altro articolo di BeBeez) e per pagare costi e oneri relativi alle fusioni e all’emissione di prestiti obbligazionari.
Il tutto, ricordando che Nexi ha anche a disposizione i proventi derivanti dall’emissione di prestiti obbligazionari senior unsecured equity-linked per un miliardo di euro con scadenza 2028, emessi dalla società il 24 febbraio scorso (si veda altro articolo di BeBeez).
I proventi derivanti di quest’ultima emissione delle obbligazioni saranno inizialmente depositati in un conto segregato in attesa dell’avvenuta conclusione della prima fra la fusione di Nets e quella di Sia. Sebbene Nexi intenda utilizzarli ai fini delle fusioni, una volta che i proventi dei bond saranno rilasciati dal conto segregato il gruppo potrà scegliere se utilizzarne la porzione rimanente per finanziare l’attività ordinaria della società, ivi compreso il rifinanziamento del debito esistente.
Nel 2020 Nexi ha registrato un ebitda di 601,4 milioni di euro, in aumento del 2,5%, a fronte di ricavi in calo del 2,8% a circa 1,044 miliardi e un debito finanziario netto di 2,133 miliardi da 1,4 a fine dicembre, a seguito dell’emissione di 500 milioni di euro di obbligazioni senior unsecured equity-linked con scadenza 2027, per finanziare parte del corrispettivo previsto per l’acquisizione delle attività di merchant acquiring da Intesa Sanpaolo, con la banca che a sua volta ha acquisito da Mercury UK (veicolo che raggruppa Advent International, Bain Capital e Clessidra) il 9,9% di Nexi (si veda altro articolo di BeBeez).
Advent International, Bain Capital e Clessidra avevano comprato il controllo di Nexi (il cui nome era allora Icbpi) nel 2015 (si veda altro articolo di BeBeez), e avevano poi diviso da un lato le attività di pagamento e dall’altro quelle di banca depositaria, convogliate in DEPOBank (si veda altro articolo di BeBeez). I fondi avevano quotato il nuovo gruppo Nexi dedicato alle attività di pagamento nell’aprile 2019 (si veda altro articolo di BeBeez) e poi ridotto progressivamente le rispettive quote fino all’attuae 20%,. L’ultima limatura è avvenuta nell’ottobre 2020, a valle di un’ultima operazione di accelerated bookbuilding (si veda altro articolo di BeBeez). Va sottolineato che dopo il closing delle fusioni tra Nexi, Nets e Sia, l’azionariato del nuovo gruppo vedrà Cdp al 17%, Hellman & Friedman (ex socio di controllo di Nets) al 16%, Advent International e Bain Capital (anch’essi ex soci di Nets) al 10%, Mercury UK al 10%, Intesa Sanpaolo al 5% e GIC, fondo sovrano di Singapore, (altro ex socio di Nets) al 3% mentre il flottante sarà di circa il 38%. Il nuovo gruppo rimarrà quotato al Mta Borsa Italiana.
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