Boom di raccolta, ma calo degli investimenti e dei disinvestimenti per il mercato del private equity italiano nel primo semestre 2020. E’ il quadro del settore mostrato ieri da AIFI e PwC Deals (si vedano qui il comunicato stampa e qui la presentazione completa).
Innocenzo Cipolletta, presidente di AIFI, ha però sottolineato: “Il primo semestre dell’anno, colpito dall’emergenza Covid-19, non ha inficiato l’attività dei fondi di private equity che segna crescite importanti nella raccolta e un rallentamento negli investimenti dovuto allo slittamento di alcune operazioni. Il closing di tali deal importanti sono stati realizzati subito dopo l’estate quindi ci aspettiamo una chiusura d’anno all’insegna della positività”. Francesco Giordano, partner di PwC Deals, ha aggiunto: “Da luglio si è notato un notevole rialzo dell’attività sia Italia sia in Europa con una buona pipeline di operazioni che speriamo possano concludersi positivamente nei prossimi mesi”.
I dati di Aifi e PwC Deals sono in linea con quelli di BeBeez Private Data che, dopo lo stop da lockdown, ha registrato a cavallo dell’estate una ripresa di attività: tra luglio, agosto e i primi giorni di settembre, gli investitori di private equity (senza contare quindi il venture capital) hanno annunciato circa 60 operazioni, che si vanno ad aggiungere ai 131 deal di private equity chiusi nel primo semestre, considerando il private equity in senso lato e quindi non solo le operazioni condotte dai fondi, ma anche da holding di investimento, Spac e club deal e 14 disinvestimenti (si veda qui il Report di BeBeez sui 6 mesi di private equity 2020, disponibile per gli abbonati a BeBeez News Premium). Quanto ai prossimi mesi, ci sono oltre 40 deal in arrivo (si veda qui l’Insight View di BeBeez su tutti i deal che ci aspettano quest’autunno, disponibile per gli abbonati a BeBeez News Premium).
Nel dettaglio, secondo AIFI-PwC, la raccolta del private equity in Italia è più che raddoppiata nel primo semestre 2020, attestandosi a quota 960 milioni di euro (+121%). Gli operatori che hanno effettuato un closing nel periodo sono stati 14. Le fonti principali della raccolta sono state: assicurazioni, 43%, fondi pensione e casse di previdenza, 18%, e settore pubblico e fondi istituzionali, 16%. A livello geografico, il 94% dei capitali è provenuto da investitori domestici, mentre con riferimento al target di investimento, si prevede di investire il 40% dei capitali in infrastrutture.
L’ammontare investito è stato invece solo pari a 1,9 miliardi di euro, in calo del 25% dai 2,5 miliardi del primo semestre 2019, mentre il numero di operazioni si è attestato a 125, anch’esso in diminuzione del 25%.
Il 78% degli investimenti proveniva da operatori esteri. Per quanto concerne i tipi di operazioni, il segmento dell’early stage (investimenti in imprese nella prima fase di ciclo di vita, seed, startup, later stage) è diminuito del 31% in ammontare (71 milioni di euro) e aumentato dell’11% per numero di operazioni (80). Il buyout (acquisizioni di quote di maggioranza o totalitarie) ha registrato un aumento del 2% per ammontare, 1,6 miliardi, grazie anche al contributo di 2 operazioni di dimensioni significative, e una diminuzione del 61% per numero, pari a 23. L’expansion (investimenti di minoranza in aumento di capitale finalizzati alla crescita dell’azienda) ha attratto 31 milioni di euro (-89%), mentre il numero di operazioni è diminuito del 33% a 14.
Per quanto riguarda le infrastrutture, gli investimenti sono stati pari a 177 milioni di euro: -57% rispetto al primo semestre 2019, distribuiti su 7 operazioni. Sempre lato investimenti, dal punto di vista delle dimensioni delle imprese, prevalgono ancora una volta le aziende con meno di 50 milioni di fatturato, che rappresentano l’89% del numero totale (77% nel primo semestre del 2019). A livello di settori, dominano ICT (30% delle operazioni), medicale (17%), beni e servizi industriali (13%). Sotto il profilo geografico, il 58% delle operazioni sono state effettuate al nord, il 22% al centro e il resto al sud.
Per quanto concerne i disinvestimenti, nel corso del primo semestre del 2020 ne sono stati realizzati 30: -55% rispetto al primo semestre 2019. L’ammontare disinvestito, calcolato al costo storico di acquisto, si è attestato a 395 milioni di euro, contro gli 886 milioni del primo semestre del 2019 (-55%). Per quanto concerne la tipologia, nel primo semestre ha prevalso la vendita a soggetti industriali (12, pari al 40% del numero totale), mentre nell’ammontare ha prevalso la vendita ad un altro operatore di private equity con il 71% del totale pari a 280 milioni di euro.