Nel futuro di Autostrade per l’Italia (ASPI) resta solo l’offerta del consorzio Cdp Equity-Blackstone-Macquarie. L’assemblea straordinaria di ieri della controllante Atlantia, infatti, non ha raggiunto il quorum deliberativo per prorogare dal 31 marzo al 31 luglio il termine ultimo per il progetto alternativo di scissione parziale proporzionale di Atlantia a favore della newco Autostrade Concessioni e Costruzioni spa a cui sarebbe stata apportata la quota dell’88,06% di ASPI, così come deliberato lo scorso settembre 2020 dal Consiglio di amministrazione (si veda altro articolo di BeBeez) e approvato dall’Assemblea straordinaria dello scorso 15 gennaio (si veda qui il comunicato stampa).
L’assemblea ieri ha infatti registrato la partecipazione del 72,32% del capitale sociale e la proposta di delibera non ha raggiunto il quorum deliberativo dei due terzi del capitale previsto dalla legge per le assemblee straordinarie, avendo ottenuto il voto favorevole soltanto di 1.167 azionisti pari al 51,80% del capitale presente in assemblea e il voto contrario di due azionisti (la Edizione Holding della famiglia Benetton e Fondazione CRT) rappresentativi del 48,06%, mentre si sono astenuti 12 azionisti pari allo 0,14 % del capitale presente.
Pertanto, si legge nella nota, “in assenza di offerte, entro il 31 marzo p.v., per l’acquisto della complessiva partecipazione che Atlantia verrebbe a detenere in Autostrade Concessioni e Costruzioni spa ai sensi del Progetto di Scissione, la scissione sarà interrotta e l’operazione di cui la stessa è parte non si perfezionerà“.
Ricordiamo che il Cda di Atlantia aveva approvato il 24 settembre 2020 un processo “dual track” per arrivare alla dismissione della partecipazione dell’88,06% detenuta in ASPI, indipendentemente dalle difficoltà che la società stava incontrando allora nelle trattative dirette con Cdp (si veda altro articolo di BeBeez), Il processo, quindi, prevedeva, in alternativa all’ipotesi di vendita della partecipazione, appunto quella della scissione parziale e proporzionale della quota di ASPI posseduta da Atlantia a favore della newco Autostrade Concessioni e Costruzioni spa e la successiva quotazione. A questo proposito, il Cda di Atlantia aveva deliberato il 26 febbraio scorso di spostare dal 31 marzo al 31 luglio il termine ultimo per la presentazione di eventuali offerte vincolanti da parte di terzi per l’acquisto da Atlantia della partecipazione di controllo pari al 62,8% del capitale sociale di Autostrade Concessioni e Costruzioni, la quale, una volta quotata, sarebbe venuta a detenere l’88% del capitale sociale di ASPI. In questo modo tale termine si sarebbe allineato a quello previsto per la presentazione di eventuali offerte relative all’acquisto dell’intera partecipazione detenuta da Atlantia in ASPI.
Ora che il progetto di scissione parziale è saltato, resta quindi sul tavolo soltanto l’ipotesi di vendita al consorzio di investitori guidato da Cdp. Sabato 27 marzo è scaduto il termine di presentazione di una ennesima proposta ad Atlantia da parte del consorzio. La proposta non è ancora arrivata, ma il gruppo di investitori in una nota diffusa domenica 28 marzo ha assicurato che è una questione di pochi giorni: “Il Consorzio, formato da CDP Equity, Blackstone Infrastructure Partners e Macquarie Infrastructure and Real Assets, prosegue nell’attività di approfondimento, con l’obiettivo di giungere nei prossimi giorni alla presentazione di un’offerta finale per l’acquisto della partecipazione, pari all’88,06%, detenuta da Atlantia spa (Atlantia) in Autostrade per l’Italia spa (ASPI), ovvero per l’acquisto fino al 100% della stessa in caso di esercizio del diritto di co-vendita da parte dei soci di minoranza di ASPI” (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che il consorzio sinora ha presentato tre proposte ad Atlantia, tutte però rispedite al mittente. L’ultima, vincolante, era stata depositata a fine febbraio (si veda altro articolo di BeBeez). Il consorzio aveva già presentato due offerte preliminari, entrambe nell’ottobre 2020 ed entrambe bocciate da Atlantia perché i termini economici non erano sufficienti (si veda qui altro articolo di BeBeez). Si dice che le due offerte preliminari precedenti valutassero ASPI 8,5- 9,5 miliardi, mentre l’offerta vincolante si dice abbia valutato ASPI 9,1 miliardi, cioè molto meno rispetto a quanto stimato da Atlantia e dai suoi azionisti, che invece valutano ASPI 11-12 miliardi, utilizzando un metodo RAB based (si veda altro articolo di BeBeez). In particolare, questa è la cifra ritenuta congrua dall’hedge fund TCI, azionista di Atlantia all’1% a cui si aggiunge un’esposizione del 5% in equity swap(si veda altro articolo di BeBeez).
E quella valutazione è peraltro già molto meno dei 14,8 miliardi di euro sulla base dei quali era stata condotta l’ultima operazione sul capitale di ASPI nel 2017, quando il consorzio formato da Allianz Capital Partners, EDF Invest e DIF, da un lato, e Silk Road Fund, dall’altro, avevano comprato l’11,94% del capitale (si veda qui il comunicato stampa di agosto 2017 e qui quello di aprile 2017). Intermonte in una valutazione indipendente ha stimato il 100% tra 10,9 e 11,9 miliardi. Lo schema di offerta dovrebbe inoltre prevedere inizialmente la costituzione di una BidCo capitalizzata per il 40% a Cdp e per il restante 60% in via paritetica dai fondi, con la possibilità in un secondo momento per Cdp di salire al 51%.