Si conoscerà a metà maggio il destino di Perini Navi, dichiarata fallita dal Tribunale di Lucca il 29 gennaio scorso (si veda altro articolo di BeBeez). Per quella data, infatti, è attesa la sentenza della Corte d’Appello di Firenze sulla base di un ricorso predisposto dagli studi legali Iannaccone di Milano e Stanghellini di Firenze per conto di Fenix srl (della famiglia Tabacchi e Lamberto Tacoli), attuale proprietaria della società produttrice di yacht fondata negli anni 80 da Fabio Perini.
Intanto, secondo quanto riferito da Il Messaggero, Fenix avrebbe sottoscritto un term sheet con Clessidra Restructuring Fund che inietterebbe nuova finanza sottoforma di equity per il rilancio della società.
Ma contemporaneamente, secondo Il Tirreno, Banca Ifis e investitori specializzati starebbero comprando crediti verso Perini Navi dai fornitori.
Ricordiamo che il Tribunale di Lucca aveva dichiarato il fallimento dopo che il giudice non aveva concesso a Perini Navi una nuova proroga per presentare un piano concordatario, dopo quella ottenuta nell’ottobre 2020 che fissava il termine al 15 gennaio 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). L’udienza era poi slittata, ma soltanto al 26 gennaio. Il piano non era stato presentato per tempo, sebbene Blue Skye e Arena Investors avessero siglato un accordo con Perini Navi e la controllante Fenix per sottoscrivere un bond a 4 anni da 30 milioni di euro in prededuzione (si veda altro articolo di BeBeez) dopo che i due investitori avevano depositato un’offerta vincolante lo scorso autunno (si veda altro articolo di BeBeez). Il problema, infatti, era che nel frattempo non era stato trovato ancora un accordo con le banche (le più esposte sono Banca Ifis, Mps e Unicredit).
Così alla fine il Tribunale ha deciso per il fallimento e ha disposto l’esercizio provvisorio, nominando Franco Della Santa curatore fallimentare. A quel punto si erano fatti avanti Ferretti e Sanlorenzo per rilevare la società dal fallimento una volta che il curatore avesse aperto l’asta (si veda altro articolo di BeBeez). Nel frattempo la prima mossa del curatore è stata quella di mettere in vendita il cantiere Perini Navi in Turchia, o meglio la quota di partecipazione nella società Perini Istanbul Gemicilik as, valorizzata 13,5 milioni di euro, al netto delle tasse e delle imposte dovute ai sensi della legge italiana. La data fissata come termine ultimo per la presentazione delle offerte è domani 29 aprile.
La novità che potrebbe sbloccare positivamente la vicenda è ache Clessidra inietterebbe capitali freschi per 38 milioni di euro, a differenza di quanto previsto dal piano di Blue Skye che consisteva appunto in un supporto sottoforma di debito. Dei 38 milioni freschi immessi, 24,5 milioni andrebbero a rimborsare il debito verso le banche.
Perini Navi aveva chiuso il 2018 con ricavi per 65,5 milioni di euro, un ebitda negativo di 4,25 milioni, una perdita di 8,3 milioni e un debito finanziario netto di 26,42 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus). Solo tra il 2016 e il 2018 la società aveva accumulato perdite per 55 milioni e addirittura 140 milioni negli ultimi 9 anni. Per questo motivo già nell’ottobre 2018 Perini Navi era stata oggetto di un processo di ristrutturazione, guidato dagli stessi Tabacchi che nel frattempo, in base agli accordi pregressi con il fondatore Fabio Perini, erano saliti dal 49,99% al 74% della società, con un investimento complessivo di 40 milioni. E il 2019, però, è andato ancora peggio con un fatturato consolidato di 55 milioni, un ebitda negativo di 25 milioni, una perdita oscillante tra 35 e 40 milioni e un indebitamento, tra banche e fornitori, di 55 milioni. A oggi il gruppo è gravato da un debito complessivo lordo di 100 milioni.