Lo IAG Index, termometro dell’ecosistema startup calcolato sul database di startup analizzate nella selezione delle opportunità di investimento del network Italian Angels for Growth (IAG), ha evidenziato valutazioni pre-money per le società analizzate che si sono collocate in media sugli 10,4-11,9 milioni di euro per i round di serie A, 4,8-5,4 milioni per i round seed e 2,2-2,5 milioni per i pre-seed, ma le valutazioni cambiano molto a seconda dei settori di appartenenza e dell’area
geografica (si veda qui il comunicato stampa e qui l’infografica).
Su questo secondo fronte, le valutazioni pre-money delle startup italiane sono più basse di quelle di analoghe startup estere, con queste ultime che arrivano in media a 12,8 milioni. Le valutazioni che riportate da IAG non sono valori spuntati dalle startup a deal chiusi, bensì valori con cui le stesse si propongono agli investitori.
Quanto ai settori di interesse, c’è una crescente attenzione dei business angel italiani alle life sciences durante tutto il 2020, con queste ultime che hanno rappresentato il 29% del totale società analizzate dai business angel di IAG e ben il 40% degli investimenti effettivamente finalizzati.
È proprio negli stadi iniziali, dalla scoperta e sviluppo del composto, fino ai test pre-clinici e le prime fasi di test clinici, che i business angel ricoprono un ruolo chiave negli investimenti nel settore. Nel panorama delle società life science early stage, lo IAG Index evidenzia round medi che vanno da 600 mila euro per i pre-seed, ai 6,7 milioni per i Series A, con valutazioni pre-money che vanno dai 2,7 milioni (preseed) ai 13 milioni (Series A). Il secondo settore per valutazioni è il digital, che per i round di Serie A arriva in media a 11,5 milioni, seguito dal deep tech (11,1 milioni), mentre per il fintech non sono mappati round i Serie A, ma al massimo round seed con valutazioni medie di 6 milioni di euro, che si confrontano con quelle da 5,9 milioni dei round seed deep tech, da 5,3 milioni per life science e 5 milioni per il digital.
La capacità dei business angel IAG di raccogliere capitali per supportare le startup life sciences è aumentata negli ultimi anni, permettendo loro di partecipare a round fino 10-15 milioni con ticket da parte dei club deal di business angel che sfiorano i 2 milioni. Nei gruppi di angel ci sono inoltre investitori con competenza specifica nelle diverse aree della medicina, pronti a supportare i ricercatori nel percorso dal laboratorio verso la strada della ricerca applicata a uso commerciale.
Antonio Leone, presidente di IAG, ha commentato: “I network di business angel come Italian Angels for Growth hanno un ruolo sempre più rilevante nella crescita delle società innovative. Anche in ambito medicale e farmaceutico, è importante per gli imprenditori sapere di poter contare su investitori che apportino non solo capitale, ma anche esperienza e un solido network nell’ecosistema, soprattutto nelle fasi iniziali di sviluppo del progetto. Questa tipologia di investitore può contribuire alle decisioni strategiche che determineranno il successo dell’iniziativa, dalla scelta del mercato a cui rivolgersi, all’individuazione dei partner strategici, alla strutturazione dei trial clinici, fino alle opportunità di exit. Dal punto di vista dei business angel, questa rappresenta un’ottima opportunità per mettere a disposizione dei nuovi imprenditori le proprie conoscenze e contribuire ai progetti di innovazione più promettenti”.
Ricordiamo che i business angel aderenti a IAG, affiancati da altri co-investitori (tra cui fondi di venture capital, altri club di angel e family office), nel 2020 hanno investito in totale 68 milioni di euro, distribuiti su 25 operazioni, numeri ben superiori a quelli del 2019, quando l’associazione aveva investito 17 milioni di euro in 12 round (si veda altro articolo di BeBeez).