G-Factor, l’acceleratore e incubatore della Fondazione Golinelli, hanno investito 390 mila euro nelle startup italiane Drug Discovery Clinics, InSimili e NovaVido (si veda qui il comunicato stampa). Le quote di equity acquisite oscilleranno, a seconda dei casi, tra il 3,5% e il 6,5%. Le tre startup sono state selezionate nel settore life science/digital health all’interno della prima edizione di I-Tech Innovation 2021, call lanciata da CRIF e da Fondazione Golinelli in tre settori strategici: life science/digital health, fintech/insurtech e foodtech/agritech. CRIF e G-Factor investiranno complessivamente un milione di euro nelle startup selezionate dalla call. Quelle scelte nei settori fintech/insurtech e foodtech/agritech saranno rese note a maggio.
Nel dettaglio, Drug Discovery and Clinic srl è nata a Torino come spin-off dell’Università degli Studi di Torino, con l’obiettivo di portare alla sperimentazione sull’uomo un nuovo composto denominato DDC#1 per la cura della leucemia mieloide acuta e del COVID-19. Il candidato farmaco, frutto della ricerca dell’Università di Torino in ambito farmaceutico e clinico, è il risultato di un processo durato più di dieci anni e si posiziona in un mercato di grande innovazione per entrambe le patologie. Nel trattamento della leucemia mieloide acuta, di cui in Italia si registrano circa 2.000 nuove diagnosi ogni anno (19.000 negli Usa), DDC#1 induce selettivamente la morte delle cellule leucemiche salvando le cellule sane.
InSimili è uno spin-off dell’Università di Bologna che porta sul mercato un dispositivo che rende più veloce ed efficace il processo di selezione del farmaco attraverso la creazione, in laboratorio, di un ambiente simile ai tessuti del corpo umano e quindi simile a quello in cui il farmaco si troverà ad agire. Il progetto della startup, che utilizza una tecnologia brevettata e che nel 2019 ha vinto la Start Cup competition Emilia Romagna (si veda qui il comunicato stampa), permette di superare alcune limitazioni della fase pre-clinica di sperimentazione di nuovi farmaci, in quanto propone l’utilizzo di ambienti mimetici dei tessuti umani invece dei modelli attualmente utilizzati in vitro. L’obiettivo è migliorare il processo di selezione del farmaco, diminuire i tempi e i costi dell’intero processo, limitare in fase pre-clinica l’utilizzo di modelli animali e in fase clinica il test sull’uomo di farmaci inefficaci alla prova dei fatti. I fondatori di InSimili sono Stefania Rapino, Maila Becconi, Marco Malferrari e Francesco Falciani. Fanno parte dell’advisory board della startup i professori Gastone Castellani e Francesco Zerbetto.
NovaVido, infine, è nata da un progetto di ricerca sviluppato nel corso di 10 anni dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, con la collaborazione dell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona). Il progetto si basa sull’utilizzo di protesi retiniche polimeriche per il recupero della vista a seguito di degenerazioni retiniche indotte da malattie come la retinite pigmentosa. L’idea è nata dal lavoro di due gruppi di ricerca, uno del Center for Nanoscience and Technology di Milano e uno del Center for Synaptic Neuroscience and Technology di Genova, che hanno traslato la tecnologia organica per produzione di energia solare al campo della biostimolazione e hanno dimostrato come l’impianto di polimeri semiconduttori all’interno dell’occhio di ratti ciechi a sostituzione dei fotorecettori, permetta il recupero quasi completo della visione. Lo scopo della startup è sviluppare ulteriormente il prodotto, testarlo sull’uomo e infine commercializzarlo.
Ora le tre startup avranno l’opportunità di intraprendere un percorso di sviluppo assistito dei loro modelli di business, ideato e costruito da G-Factor sulle specificità e necessità concrete di ogni singolo progetto, della durata di 7 mesi dal 12 aprile a fine novembre 2021, con una prima fase intensiva fino a luglio, e una seconda fase di follow-up in remoto.
Il progetto di accelerazione prevede a maggio la selezione di altre 5 startup in ambito fintech/insurtech e foodtech/agritech, con un coinvolgimento diretto di CRIF.
Andrea Zanotti, presidente della Fondazione Golinelli, ha commentato: “Per il settore delle life science si erano pianificati investimenti per 5 startup, ma ci si è dovuti scontrare con alcuni aspetti culturali endemici del nostro Paese. La selezione finale ha prodotto una cerchia ristretta di solo 3 aziende innovative, peraltro molto valide e convincenti. L’impressione al terzo anno di attività e al terzo bando consecutivo è che la formazione all’imprenditorialità sia quanto mai necessaria, ancor prima dell’investimento finanziario, in quanto alcune idee brillanti rischiano ancora di rimanere nei cassetti dei laboratori, se non ci sarà uno scatto in avanti complessivo della mentalità di tutti i protagonisti del sistema del trasferimento tecnologico e dell’innovazione. Le risorse non investite lo saranno certamente nel 2022, ma crediamo occorra nel nostro Paese premere sul pedale dell’acceleratore, se vogliamo competere a livello internazionale”.
Antonio Danieli, direttore generale e vicepresidente della Fondazione Golinelli, oltre che amministratore unico di G-Factor, ha ricordato che “G-Factor in appena 30 mesi dalla sua nascita ha valutato nel solo settore life science oltre 350 progetti, investito in 18 startup, diventandone socio ed erogando migliaia di ore di programma di accelerazione. Anche per I-Tech Innovation si tratterà di un lavoro di mesi che vede una stretta partnership con le startup stesse di cui i promotori del programma, CRIF e Fondazione Golinelli, sono già diventati soci”.
Fondazione Golinelli è nata 30 anni fa per volontà dell’imprenditore e filantropo Marino Golinelli. Ha sede dal 2015 a Bologna nell’Opificio Golinelli: uno spazio industriale riqualificato che ospita laboratori, aule didattiche, uffici, spazi per workshop e attività varie. Nel 2017, è nato, come sede espositiva, il Centro Arti e Scienze Golinelli e nel febbraio 2019 la fondazione ha inaugurato a Bologna G-Factor (si veda altro articolo di BeBeez). Nel luglio 2017 la Fondazione Golinelli è stata corner investor del fondo Utopia lanciato da Principia sgr per investire in istituti di ricerca clinica e brevetti supportando startup in fase pre-seed, seed capital e/o angel investing (si veda altro articolo di BeBeez). Ma quel fondo poi non era mai partito e nel dicembre scorso Fondazione Golinelli e Fondazione di Sardegna hanno allora creato la prima sis (società di investimento semplice) italiana dedicata alle life science, anche questa battezzata Utopia (si veda altro articolo di BeBeez).