A Brescia abbiamo avuto l’occasione di andare all’anteprima di Palcoscenici Archeologici. Interventi curatoriali di Francesco Vezzoli, presso il Parco Archeologico e Museo di Santa Giulia, visitabile dall’11 giugno al 9 gennaio 2022, un progetto espositivo site-specific che si inserisce nel filone progettuale di mostre ideate dalla Fondazione Brescia Musei, presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov, per coniugare il proprio, grande patrimonio storico e archeologico con le più interessanti voci dell’arte contemporanea.
Otto sculture in contrappunto con spazi archeologici, in una dialettica di suggestioni inaspettate. Palcoscenici Archeologici vede l‘artista bresciano Francesco Vezzoli, tra gli autori italiani più conosciuti e apprezzati nel panorama internazionale, protagonista nella duplice veste di artista e curatore per un’iniziativa che rientra nel programma delle celebrazioni per la restituzione alla città di Brescia della Vittoria Alata, il bronzo romano che, dopo il restauro effettuato presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, allestito nuovamente nella sua antica collocazione nel Capitolium del Parco Archeologico di Brescia Romana, dispiega ora le proprie ali sino a toccare la contemporaneità.
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Il progetto ha partecipato e vinto il bando dell’Italian Council (7a Edizione, 2019), programma di promozione di arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, grazie al quale l’opera Nike Metafisica (2019) di Francesco Vezzoli entrerà a far parte delle collezioni del Comune di Brescia gestite da Fondazione Brescia Musei.
Palcoscenici Archeologici è stato premiato per la grande qualità ideativa e per la capacità di far risuonare l’arte contemporanea con l’archeologia e l’arte antica, in maniera coerente e armoniosa. Gli interventi curatoriali di Francesco Vezzoli si snodano attraverso Brixia
Parco archeologico di Brescia Romana, dove si trova la Vittoria Alata, e proseguono nel Santuario Repubblicano, nella terrazza del Capitolium, nella prima e seconda cella, ma anche nel Teatro Romano, per poi passare nel complesso museale di Santa Giulia, più precisamente nella cappella di Sant’Obizio della Basilica di San Salvatore, nelle Domus dell’Ortaglia e lungo la sezione romana del museo. In ognuna di queste tappe, l’allestimento – curato da Filippo Bisagni – prevede la presenza di una scultura recente di Vezzoli che entrerà così in dialogo con le principali vestigia romane e longobarde della città. Come ha sottolineato Laura Castelletti, Vice Sindaco e Assessore alla cultura, è necessario dar vita a nuovi linguaggi perché la ripartenza possa passare dalla rinascita culturale. D’altronde la cultura è terapeutica ed assicura una crescita economica che diventa uno sviluppo sul territorio. Il contemporaneo, in particolare, anche se Brescia non ha un suo luogo specifico in tal senso, richiama un pubblico al di fuori della città. D’altra parte è importante la valorizzazione della memoria e della stratificazione storica per rendere la singola mostra parte integrante della politica della città. L’artista esporrà per la prima volta le sue sculture – realmente antiche e poi rimodellate, o direttamente ispirate all’antichità – all’interno di uno spazio non contemporaneo ma anch’esso storico, ricongiungendo in qualche modo le opere al loro contesto archeologico originario.
Un’operazione di questo tipo, unica e ambiziosa, la si può mettere in pratica solo in una città come Brescia, polo archeologico romano del Nord d’Italia. Francesco Vezzòli, durante il collegamento in streaming per la conferenza stampa nel suggestivo Auditorium di Santa Giulia, ha sottolineato la sfida e l’opportunità di questo lavoro per lui uomo del contemporaneo, che ha recuperato l’idea del pastiche che già era in uso nel Rinascimento ma anche dei capricci del Barocco. In realtà per l’Italia il mondo classico è un riferimento costante e imprescindibile. In tal senso l’omaggio a Giorgio De Chirico, senza dimenticare il fratello Savinio, rappresenta la valorizzazione dell’artista italiano contemporaneo più importante in tal senso per la citazione della classicità.
Vezzòli ha tra l’altro sottolineato il recupero di un’arte classica colorata, gesto negli Anni Venti del Secolo scorso radicale, mentre poi la citazione degli antichi sarebbe stata considerata un tabou, che De Chirico non avrebbe mai potuto immaginare. Altro aspetto dell’arte di Vezzòli il ritratto, qui rivisitato in chiave pop con i personaggi truccati che dialogano nel museo con busti antichi e in qualche caso con interventi effettuati direttamente su reperti. Palcoscenici Archeologici prevede una serie di appuntamenti legati a importanti istituzioni partner: il primo vedrà la Fondazione MAXXI di Roma ospitare un talk sul tema dell’archeologia in dialogo con l’arte contemporanea. Con questo progetto Fondazione Brescia Musei si conferma un polo culturale dinamico, progettuale e visionario, capace di realizzare inediti dialoghi con l’arte del nostro tempo. Palcoscenici Archeologici si inserisce lungo questa linea di interventi in cui l’arte contemporanea è indagata in relazione al suo tempo presente e alla sua capacità di costruire nuovi interrogativi. Il progetto è infatti parte integrante del programma di valorizzazione dell’arte contemporanea sostenuto anche grazie all’eredità Romeda-Courtright.
Nel 2019, con la mostra Avremo anche giorni migliori. Opere dalle carceri turche l’artista curda Zehra Doğan ha condotto una vibrante riflessione attuale che ha evidenziato la relazione tra opere contemporanee e diritti umani. Il progetto è realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (7. Edizione, 2019), programma di promozione di arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo. Importante certamente il dialogo tra pubblico e privato che integra la mostra in un progetto e in una visione più ampia della città per cui la cultura è parte integrante dell’economia e dello sviluppo di Brescia. Il Catalogo, edito da Skirà, è in preparazione e sarà presentato in città probabilmente a fine settembre, accogliendo anche le Installation view.
Chi è Francesco Vezzoli
E’ nato nel 1971 a Brescia. Ha studiato alla Central St. Martin’s School of Art di Londra, attualmente vive e lavora a Milano. È oggi uno degli artisti italiani contemporanei di maggiore successo al mondo, il suo lavoro può essere descritto come una serie di forti allegorie riguardo la cultura contemporanea con un ricco sottotesto di riferimenti elaborati, realizzati tramite installazioni video, ricami a piccolo punto, fotografia, performance dal vivo, esperimenti con l’uso dei media e –più recentemente– scultura classica o di ispirazione antica. Le sue opere sono state selezionate quattro volte per la Biennale di Venezia: per la 49°, 51° e 52° edizione che si sono tenute rispettivamente nel 2001, 2005 e 2007, e la Biennale Architettura del 2014. I suoi lavori sono stati inclusi anche in altre mostre internazionali come la Whitney Biennial del 2006, la 26° Biennale di Sao Paulo, la 6° Biennale Internazionale di Istanbul e Performa (nel 2007 e 2015). Ha tenuto mostre personali in varie sedi internazionali come il New Museum of Contemporary Art di New York; il Tate Modern di London; il Museum of Contemporary Art di Los Angeles; il MoMA PS1 di New York; il MAXXI di Roma; il Moderna Museet di Stoccolma; la Kunsthalle di Wien; la Pinakothek der Moderne di Monaco; il Ludwig Museum di Colonia; The Garage CCC di Mosca; The Power Plant di Toronto; il Jeu de Paume di Parigi; il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea di Torino; il Museo Serralves di Porto; la Fondazione Prada di Milano; Le Consortium di Dijon; la Fondazione Museion di Bolzano e il NMNM- Nouveau Musée National di Monaco.
Il suo lavoro è stato presentato in diverse sedi tra le quali il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, il Metropolitan Museum of Art di New York, la Whitechapel Art Gallery di Londra, il Grand Palais di Parigi, il Museo del Novecento di Milano, Palazzo Grassi di Venezia, Fabric Workshop and Museum di Philadelphia, il Witte de With Center for Contemporary Art di Rotterdam, il Migros Museum di Zurigo, il Neues Museum di Weimar, il Pirelli Hangar Bicocca di Milano, il Musée National Picasso di Parigi.
Più recentemente ha curato la mostra dal titolo “TV70: Francesco Vezzoli guarda la RAI” presso la Fondazione Prada di Milano, prodotto una performance per il 40° anniversario del Centre Pompidou e realizzato la mostra “J.-K. Huysmans Critique D’art de Degas à Grünewald sous le Regard de Francesco Vezzoli” presso il Musée d’Orsay di Parigi.
a cura di Ilaria Guidantoni